ANCORA SUI CONTRIBUTI “A PIOGGIA”

In questi giorni assistiamo arrabbiati ed amareggiati ad un attacco all’associazionismo antiracket.
Le accuse, fondate o meno, di questi giorni ad uno dei candidati sindaco, in occasione delle elezioni comunali di Palermo, riportano prepotentemente alla ribalta il tema dei milioni di euro che negli anni sono stati stanziati a favore delle associazioni antiracket.
“Come
Asaec Antiestorsione Di Catania – afferma il presidente Nicola Grassi- abbiamo sempre denunciato, senza risparmiare nessuno, questo fiume di denaro che ha realizzato un economia clientelare, un proliferare di associazioni senza anima e l’abbandono degli ideali antiracket del 1990. La conseguenza lampante è stata che ad un crescendo di associazioni anti estorsione non è mai corrisposto un’ aumento sostanziale di denunce per estorsione.
Abbiamo pagato con l’isolamento questa solitaria battaglia, fuoriuscendo dalla FAI, di cui siamo stati tra i co-fondatori e rifiutando di aderire ai Pon sicurezza ed altri vari contributi.
L’Asaec “Libero Grassi” è composta per il 90% da imprenditori che hanno subito vicende di estorsione. Le oltre 150 costituzioni di parte civile nei processi di estorsione e di mafia sono seguite da legali – rigorosamente esterni all’associazione – che ci assistono, ed i cui compensi sono liquidati da fondi Statali.
Gli unici pochi soldi che abbiamo sono frutto, delle quote di iscrizione, di donazioni e del 5×1000. E nonostante questo continuare a fare tanto volontariamente e gratuitamente.
Stiamo presentando una proposta per modificare i requisiti di accesso e permanenza all’Albo Prefettizio la quale dà anche la possibilità alle associazioni di accedere ai fondi della Regione Sicilia. No ai soldi a perdere alle associazioni.
L’Antiracket DEVE ritornare ad essere libera e gli eventuali contributi devono essere legati ad una concreta e comprovata attività svolta nel e per il territorio che è anche oggetto della nostra proposta.
Non ci stancheremo mai di lottare.”