Labirinto tra responsabilità diffuse e opportunità mancate.

Ecco il primo di una serie di incontri tematici attraverso i quali intendiamo celebrare i nostri trent’anni di attività associativa.
Questo venerdì 9 luglio alle ore 10.30 presso Palazzo Fortuna – Corso delle Province 36 – sede distaccata del Dipartimento Economia e Impresa, in collaborazione con l’Università di Catania, abbiamo organizzato un dibattito dal titolo: “beni confiscati: Labirinto tra responsabilità diffuse e opportunità mancate. Quali prospettive?”
Dopo i saluti del rettore Francesco Priolo e del direttore di dipartimento Roberto Cellini, interverranno: Carmelo Zuccaro, procuratore della Repubblica di Catania; Bruno Corda, direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; Claudio Fava, presidente della Commissione regionale d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia; Maurizio Caserta, docente ordinario di Economia Politica a Unict; Nicola Grassi, presidente Asaec. Modera la giornalista, direttrice della testata MeridioNews, Claudia Campese.
Un incontro centrato sull’annosa questione della gestione dei beni confiscati, delle ulteriori criticità emerse, raccolte e denunciate anche in occasione della partecipazione al bando dell’Agenzia Nazionale dei beni Confiscati e Sequestrati.
Un importante momento di confronto, il quale partendo dal lavoro d’inchiesta della Commissione regionale Antimafia e dall’indagine sull’impatto delle riassegnazioni dei beni confiscati sull’economia e la politica del territorio sviluppata dal dipartimento di Economia dell’Università, aspira a sensibilizzare e coinvolgere, da un lato, la comunità alla salvaguardia e valorizzazione dei beni confiscati quali beni comuni; dall’altro, le istituzioni che delle istanze e sollecitazioni provenienti dalle associazioni e dalla società, possano farsi carico in una comune e strategica collaborazione, realizzando, così, quella valorizzazione dei beni confiscati, quale modello di opportunità e reale strumento di riqualificazione sociale e culturale dei territori.