Lettera al Prefetto Romano

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Gentile Prefetto Romano,

l’ASAEC associazione antiestorsione “Libero Grassi” di Catania, associazione che Lei conosce da quando era Prefetto di Catania, periodo che ricordiamo con piacere poichè ci aiutò a crescere ed affermarci, dandoci il giusto supporto affinché la nostra associazione riuscisse ad essere aiuto concreto contro chi era vessato da estorsori ed usurai, ma anche contro qualsivoglia ingiustizia perpetrata nei confronti dei più deboli.

Cito una frase che Lei scrisse in una nostra pubblicazione: “L’imprenditore, ma anche i cittadini, per onorare se stessi, per tutelare la propria dignità e per salvaguardare la propria libertà, devono rompere con fermezza la cultura del silenzio”

Da allora ad oggi sono cambiate tante cose, ma noi – con la fermezza che Lei citava – rompiamo sempre quel muro di silenzio, senza mai fare sconti a nessuno.

Il mondo dell’antiracket per tanti è diventato un lavoro, una medaglietta da appendere alla giacca, una carriera, grazie anche ad una realtà politica che, cavalcando l’onda della legalità, riesce – attraverso la concessione di posti, l’utilizzo clientelare delle scorte ed altro ancora – a svendere un credo, un ideale e a dare un prezzo a tutto. Il nostro modus operandi invece è stato diverso, è stato quello del basso profilo, in silenzio abbiamo svolto un grande lavoro sia a livello di supporto per le vittime con quasi duecento costituzioni di parte civile nei processi sia per il grande impegno di divulgazione e diffusione della cultura della legalità. Grazie all’esperienza che veniva acquisita anno dopo anno, prima durante e dopo il processo mai nessuna vittima ha mai espresso l’esigenza di una scorta.

Tutti i processi che ci hanno visto costituire parte civile ne sono la prova, e ne sono testimonianza tutte le persone che negli anni sono state seguite da uno staff di fidati professionisti che gratuitamente offrono la loro consulenza.

Da anni sosteniamo che il nostro universo debba essere costituito esclusivamente da volontari, da persone che rimangono centrali tra la cittadinanza e la giustizia, come una sorta di intermediario e possibilmente persone che abbiano vissuto questo problema e che comprendano davvero di cosa si stia argomentando; invece – purtroppo – dobbiamo assistere all’attribuzione di incarichi a gente totalmente estranea all’ambiente e con stipendi faraonici, alla spartizione mirata all’accumulazione di benefici personali, alla nascita di associazioni con l’obiettivo unico di rendicontare e fare cassa; alla moltiplicazione delle associazioni non è corrisposto un proporzionato aumento delle denunce. Gli approfittatori infangano non soltanto se stessi ma l’operato di tutte le associazioni anche quelle che, come noi, non hanno mai chiesto un soldo di contributo.
Laddove vige la distribuzione facile del denaro non sempre segue onestà ed imparzialità nei comportamenti o, come nei recenti casi dei paladini dell’antimafia, il rovescio della medaglia lascia chiaramente intravedere le oscure trame dell’illegalità. Molti rappresentanti di associazioni non meritano di stare a quel posto perché i loro trascorsi non sono trasparenti tanto quanto la delicatezza dell’impegno pretenderebbe.

Tutto ciò dal nostro punto di vista è una vergogna!

La nostra stima nei suoi confronti è sempre enorme, il suo operato ne è testimonianza tangibile e siamo lieti di confermare la nostra presenza, opportunità che ci permette di apprendere sempre più. Siamo felici della sua scelta che vede tra i relatori solamente autorità anziché qualche “professionista dell’antimafia”, ciò sarebbe stato molto deludente nei confronti di tutte quelle associazioni che da anni combattono nei territori, costituite da associati che ci mettono la faccia oltre al loro tempo – esclusivamente come i volontari sanno fare – perché credono ciecamente nei valori della legalità, tutta gente non protagonista che ha basato il proprio percorso solo sull’essere e non sull’apparire.

Certo di averLe fatto cosa gradita con questa mia,

La saluto cordialmente anche a nome di tutti gli associati.

Catania, 20 Marzo 2015

                                                                                           Il Presidente ASAEC

                                                                                             Giovanni Bonanno