COMUNICATO

 

Denunciammo subito e condannammo con forza le gravi affermazioni di Riccardo Pellegrino – attuale consigliere comunale – sull’assenza della mafia a Catania.

“Il mercimonio del diritto/dovere di voto e della dignità della persona nel formarsi un libero convincimento politico da esercitare attraverso lo strumento elettorale, afferma l’associazione Asaec Antiestorsione Di Catania - vengono stuprati da persistenti ed inaccettabili metodi di influenza che calpestano ogni democratica convivenza”.

Oggi, l’operazione della Dia di Catania coordinata dalla Procura della Repubblica, evidenzia come, ancora una volta, la magistratura sia arrivata prima della politica che dovrebbe adottare tutte le misure idonee al fine di rifiutare candidature impresentabili.

Catania, 29 marzo 2018

AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA

COMUNICATO

 

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”. (Peppino Impastato)

 

Mercoledì 21, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, sono stati accompagnati gli alunni di due classi dell’ ITET “Fontana” di Rovereto in un percorso della bellezza, per la legalità.

Alle ore 15:00 appuntamento alla “Porta della Bellezza” raccontata dal creatore di “Fiumara d’Arte” e mecenate Antonio Presti, un esempio di arte che ha trasformato un “Muro” alzato dalle barriere dell’anima, nella monumentale porta d’ingresso del quartiere Librino a Catania. Realizzata da 2000 mamme e 2000 bambini, oggi è simbolo di legalità e dell’impegno degli abitanti di Librino.

La Porta, rispettata e protetta dagli abitanti che si riconoscono in un progetto di bellezza, è diventata identità per il quartiere e riaffermazione di un “diritto alla cittadinanza”.

La porta è un’agenzia educativa” – afferma Presti – “L’arte non va mai in un luogo a recuperare ma solo a restituire umilmente. Ho sempre avuto un approccio di rispetto verso le famiglie di Librino: non ne faccio persone da recuperare ma uomini da rispettare”.

Il percorso è continuato con il “Giardino di Scidà”, bene confiscato alla mafia.

Nel giorno in cui molti affolleranno cortei” – dichiara Nicola Grassi presidente dell’Asaec – “noi abbiamo scelto un “corteo” diverso: quello della conoscenza e della bellezza. Dal percorso della legalità al percorso della conoscenza, perché solo così prende forma la coscienza di ciò che può essere e diventare il nostro territorio. Non può esserci legalità senza conoscenza e la “porta della bellezza” a Librino rappresenta un’agenzia di conoscenza, proprio perché attraverso di essa si restituisce dignità al territorio e a chi lo abita, che ne diventa custode e protettore. Questo è il nostro modo per onorare le vittime di mafia, proprio attraverso un percorso di conoscenza che riscopra la Bellezza; trasmettere la bellezza affinché la cultura della corruzione, della furbizia, venga spazzata via, opponendo conoscenza ad ignoranza, cura a superficialità. Così tenteremo di onorare il ricordo delle vittime, al di fuori dei soliti e ridondanti cortei e manifestazioni, più adatti a passerelle che ad un concretezza dell’azione”.

 

 

CATANIA, 22 MARZO 2018

 

AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA

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COMUNICATO

 

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà“. (Peppino Impastato)

Mercoledì 21, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, accompagneremo gli alunni di due classi dell’ ITET “Fontana” di Rovereto in un percorso della bellezza, per la legalità.

Alle ore 15:00 mostreremo ai ragazzi la “Porta della Bellezza” guidati dal mecenate Antonio Presti, poi il “Giardino di Scidà”, bene confiscato alla mafia.

Nel giorno in cui molti affolleranno cortei – dichiara Nicola Grassi presidente dell’Asaec – noi abbiamo scelto un “corteo” diverso: quello della conoscenza e della bellezza. Dal percorso della legalità al percorso della conoscenza, perché solo così prende forma la coscienza di ciò che può essere e diventare il nostro territorio. Non può esserci legalità senza conoscenza e la “porta della bellezza” a Librino rappresenta un’agenzia di conoscenza, proprio perché attraverso di essa si restituisce dignità al territorio e a chi lo abita, che ne diventa custode e protettore.

Questo è il nostro modo per onorare le vittime di mafia, proprio attraverso un percorso di conoscenza che riscopra la Bellezza; trasmettere la bellezza affinché la cultura della corruzione, della furbizia, venga spazzata via, opponendo conoscenza ad ignoranza, cura a superficialità. Così tenteremo di onorare il ricordo delle vittime, al di fuori dei soliti e ridondanti cortei e manifestazioni, più adatti a passerelle che ad un concretezza dell’azione.

CATANIA, 20 MARZO 2018

AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA

COMUNICATO

 

L’Associazione Antiestorsione di Catania nell’esprimere soddisfazione per l’arresto di otto affiliati al clan mafioso Santapaola/Ercolano che operavano estorsione ai danni di farmacie nell’hinterland catanese, manifesta forte preoccupazione per un fenomeno che è tutt’altro che estinto e che viene costantemente sottovalutato. Se da un lato tre imprenditori sono stati “liberati” dalla morsa prepotente dell’estorsione, grazie alle investigazioni dei militari dell’Arma dei Carabinieri, emerge chiaramente come gli stessi imprenditori hanno subito l’estorsione per 10 lunghi anni senza mai denunciare e solo successivamente – a fronte di evidenze investigative – hanno ammesso di essere vittime di estorsioni.
L’intera vicenda presenta certamente aspetti positivi, quali la prontezza delle forze dell’ordine nell’impedire il perpetrarsi dell’oppressione estorsiva, ma anche negativi, poiché la totale mancanza di ribellione da parte degli imprenditori rispetto alla prepotenza mafiosa, rappresenta una sconfitta per il movimento dell’associazionismo antiracket.
“Qualcosa non funziona o non ha funzionato – dichiara il presidente della As.a.e.c. Nicola Grassi – e lo diciamo chiaramente e senza mezzi termini; negli ultimi vent’anni a fronte di un proliferare dell’associazionismo antiracket e di un fiume di denaro pubblico elargito attraverso i vari PON sicurezza, i commercianti non denunciano e questo deve indurre ad una profonda riflessione tutto il movimento Antimafia. Bisogna ripensare ad un modello per combattere il sistema consociativo corruttivo che sempre più pervade la vita pubblica ed imprenditoriale del nostro paese. Stiamo provando ad invertire la rotta, promuovendo un movimento antimafia che ritorni al passato, di strada, volontario e gratuito, contrapposto ad un associazionismo retorico, ubbidiente al potere che ha abdicato al suo ruolo di denuncia.
E’ necessario far conoscere agli operatori economici, imprenditori, commercianti ed artigiani che lo Stato mette loro a disposizioni strumenti efficaci per combattere l’estorsione e l’usura. Esistono fondi che possono ristorare anche dai danni economici subiti a seguito dell’estorsione. Noi proseguiamo per questa strada.”
Rivolgiamo – conclude l’associazione As.a.e.c. – un plauso all’instancabile azione giudiziaria perseguita dalla Procura Distrettuale Antimafia
di Catania diretta dal procuratore Carmelo Zuccaro nonché alla professionalità dell’Arma dei Carabinieri di Catania per aver fatto luce su l’ennesimo grave episodio di estorsione.

CATANIA, 19 MARZO 2018

                                  AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA

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COMUNICATO

 

L’operazione “Garbage affair” sulla raccolta e la gestione dei rifiuti a Catania, evidenzia un perverso e sistematico intreccio politico affaristico tra pubblici funzionari e imprenditori che ha avuto come obiettivo il consolidamento di privatistici interessi economici-finanziari attraverso meccanismi di tipo corruttivi – collusivi a scapito del corretto funzionamento dell’amministrazione pubblica ed a danno dell’interesse pubblico. Diverse le analogie riscontrate con la precedente inchiesta Gorgòne dello scorso novembre 2017, tra le quali, l’arroganza senza scrupoli di dirigenti pubblici che hanno sperperato risorse pubbliche ed il disprezzo verso il corretto svolgimento di un servizio fondamentale per la collettività.
L’Associazione Antiestorsione di Catania si congratula con la Procura della Repubblica e con la DIA di Catania per aver fatto luce su l’ennesimo grave episodio di corruzione. Ricordiamo sempre e condividiamo le forti e dirompenti parole pronunciate dal Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, il quale, rivolgendo un appello a tutti gli amministratori che non sono collusi, ha recentemente affermato: “Non siate conniventi, cercate di essere più attenti nel controllo di legalità del vostro territorio”.

CATANIA, 17 MARZO 2018

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              AS.A.E.C. ASSOCIAZIONE ANTIESTORSIONE DI CATANIA

Conoscere il racket e combatterlo insieme

Esiste un consociativismo politico-mafioso?

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Esiste un consociativismo politico-mafioso?

La storia della Sicilia è fatta di molte ombre, dove coesistono mafia e settori pubblici deviati, coabitazione fra criminalità organizzata e sistema dei partiti.
La coesistenza di due poteri, quello legale e quello criminale, hanno determinato un sistema consociativo orientato alla distruzione della legalità e alla spartizione del denaro pubblico da un lato, famiglie mafiose con risorse economiche ingenti dall’altro, e quindi poste nelle condizioni di trattare e spartirsi il denaro pubblico.
Il consociativismo non ha coinvolto soltanto i partiti, ma le istituzioni, potere sindacale, giudiziario e finanziario; la cosiddetta società civile si è limitata ad una formale presa di distanza ma senza volere effettivamente entrare dentro la questione, non essendo estranea ai flussi di denaro.
Il degrado della politica meridionale e siciliana in particolare non è storia recente, ma è iniziato nell’immediato dopoguerra.
Nell’ottica di dotare il Sud di risorse economiche, venne istituita la Cassa per il Mezzogiorno. Nell’arco di un decennio , dal 1950 al 1960, la Cassa per il Mezzogiorno approvò 169.202 progetti per un importo di 1.403 miliardi, dei quali 1.029 riguardavano progetti nel settore delle opere pubbliche e 374 il settore privato.
Contemporaneamente nasce il Piano INA-Case, con l’obiettivo di contribuire alla soluzione del problema degli alloggi a basso costo.
Catania diventa un cantiere, così come Palermo, il centro storico sventrato, un intero quartiere deportato; nasce il nuovo San Berillo, quartiere periferico, divenuto serbatoio per la criminalità organizzata, insieme a Monte Po e Librino.
Il consociativismo tra politica-imprenditori diventa un cancro e pone le basi per  il successivo accordo tra politica e mafia. Il voto di scambio non nasce adesso, è sempre esistito.
L’enorme flusso di denaro, non ha prodotto reale occupazione e non è riuscito a sanare gli squilibri sociali ed economici delle regioni del Sud, né a colmare il divario con le regioni settentrionali.
Le fortune economiche di molte imprese catanesi in edilizia hanno origine negli appalti per la costruzione di alloggi di edilizia pubblica. Il meccanismo era ben consolidato: aggiudicarsi l’appalto con i ribassi; costruire, consegnare gli alloggi agli IACP (Istituto Autonomi case Popolari), che non provvedevano all’immediata assegnazione agli aventi diritto e nelle more gli stabili intanto venivano vandalizzati; altro appalto per ricostruire gli alloggi danneggiati; alla fine i costi erano talmente elevati, da equiparare quegli alloggi a case di lusso. Interi quartieri costruiti senza le fogne, molti stabili a Librino (terreno argilloso) sono ancora privi di adeguato impianto fognario.
Per anni lo IACP  è stato centro di potere e serbatoio di  voti. Nessuno pagava il canone di locazione e, al momento del voto, gli assegnatari  venivano sempre contatti contattati.
Le elezioni, sia politiche che amministrative, in una città come Catania, sono state decise nei quartieri popolari (Librino- Monte Po, San Giorgio) ed lì che la mafia e/o la criminalità organizzata ha sempre deciso  chi favorire.
Bisogna conoscere il passato per poter capire il presente.
Con il cosiddetto risanamento del quartiere San Berillo è stato istituito l’”Istituto San Berillo” che aveva in proprietà e gestione moltissimi alloggi realizzati nel quartiere San Leone, il nuovo San Berillo. Per cinquant’anni questo Istituto è stato gestito sempre dagli stessi personaggi.
Altra spinosa questione è la cosiddetta area industriale di Catania, o meglio quello che doveva essere la zona industriale. In realtà è stato l’ennesimo esempio di connivenza politica-impresa per attingere ai fondi e all’assegnazione delle aree e poi abbandonare tutto.
Politica e Impresa, questo indissolubile connubio è alla base del fallimento economico di Catania.
Dunque un flusso di denaro che non creò nessuna capacità imprenditoriale ma soltanto arricchimento e un’economia speculativa, ponendo le basi per il radicamento delle mafie anche nella sicilia  orientale.
Il confine tra legalità e illegalità è assai esile: qui tutto si compra e tutto si vende e l’etica da tempo è latitante.

http://mafie.blogautore.repubblica.it/2018/03/1632/

RIFLESSIONI

 

Andiamo avanti senza fermarci!
Grazie a te, che con la tua ribellione, hai contribuito a rendere migliore questa terra!
Ieri abbiamo accompagnato ed assistito alla deposizione in processo un nostro socio persona offesa in un processo di usura.
Sono momenti particolari dove vengono sollecitati ricordi spesso drammatici che servono ad accettare la verità.
Ecco perché la vicinanza dell’associazione in questi momenti fondamentale è tra i suoi scopi più importanti.
Da vicende terribili possono nascere amicizie sincere, improntate al rispetto ed alla stima per il grande coraggio di liberarsi dalla morsa degli usurai o degli estortori.

COMUNICATO

 

Gentile Onorevole Alfio Papale, chi le scrive è l’associazione antiestorsione di Catania, nata 26 anni, fa all’indomani dell’uccisione del imprenditore Libero Grassi brutalmente assassinato dalla mafia nel 1991.

Siamo un gruppo di imprenditori, commercianti ed artigiani e liberi professionisti che hanno deciso di ribellarsi al condizionamento mafioso perpetrato attraverso la morsa dell’estorsione e dell’usura.

Siamo cittadini che silenziosamente, volontariamente e gratuitamente prestano la loro vicinanza a tutti coloro che decidono di intraprendere il medesimo percorso di liberazione dall’oppressione mafiosa, attraverso l’accompagnamento ai processi e l’organizzazione di tante attività finalizzate alla sensibilizzazione verso il fenomeno mafioso.

Siamo persone che con il loro lavoro cercano di ridare dignità ad una terra troppo spesso denigrata e condannata all’immobilismo.

Siamo Uomini e Donne che sviluppano finalmente economia sana perché non alimentano sistemi consociativi mafiosi.

Siamo imprenditori, commercianti ed artigiani i quali, prima di trovare il coraggio e la forza di spezzare le catene della prepotente oppressione mafiosa, sono stati condizionati nelle loro scelte imprenditoriali e commerciali, proprio da quella “mafia” che Lei dichiara essere una “scusa” per il volano della nostra amata terra.

Caro onorevole Alfio Papale la mafia NON è una scusa.

La mafia esiste e si evolve continuamente intervenendo nelle dinamiche economiche locali e nazionali.

La mafia veicola ricchezza pro domo sua, attraverso metodologie volte a prediligere affari che spesso vengono realizzati attraverso meccanismi collusivi e corruttivi .

Meccanismi di corruzione che non si realizzano più attraverso l’intimidazione ma, piuttosto, attraverso accordi basati sulla reciproca convenienza politica-mafiosa.

Una conferma, in questo senso, viene dalle risultanze investigative che evidenziano indebita percezione di indennità disoccupazione agricola, ingerenze mafiose nel comparto agricolo attraverso reiterate vessazioni nei confronti di proprietari terrieri e conduttori di fondo finalizzate allo spostamento di patrimoni immobiliari e rurali per assicurarsi anche le sovvenzioni pubbliche connesse al mantenimento delle culture e pesanti infiltrazioni nel condizionamento dell’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti.

Tra i settori ad alto rischio di corruzione mafiosa le segnaliamo, tra gli altri, quello dei trasporti marittimi destinatario di ingenti finanziamenti pubblici anche comunitari; ed infine, l’attività estorsiva perpetrata ai danni di gli imprenditori commercianti artigiani e liberi professionisti, non mostra alcuna flessione garantendo una forte liquidità finanziaria ed un deciso controllo del territorio.

No, gentile onorevole Alfio Papale, deputato e segretario dell’Assemblea Regionale Siciliana, la mafia non è una scusa; la mafia e la sua predisposizione ad alimentare compromessi morali, indifferenza, contiguità e complicità, non è una scusa, ma è il primo problema da combattere in questa terra di Sicilia.

Dott. Nicola Grassi Presidente AS.A.E.C.

Associazione Antiestorsione di Catania

http://catania.livesicilia.it/2018/03/06/papale-la-parola-mafia-inventata-in-alta-italia_451761/

Invito incontro 14 Marzo 2018