COMUNICATO
Il 15 febbraio u.s. siamo intervenuti al convegno dal titolo “Il riscatto delle coscienze” organizzato dall’Asaes Antiestorsione Scordia presso l’aula consiliare del comune di Scordia, che sarebbe dovuto servire a sensibilizzare, scuotere la coscienza collettiva rispetto ad una situazione di sottomissione e di compressione che, da tempo, chiede riscatto.
Ma rispetto a cosa?
Rispetto a quel compromesso morale di cui parlava Paolo Borsellino nell’ultima lettera indirizzata al fraterno amico Giovanni Falcone il 20 Giugno 1992, che rappresenta l’anticamera dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità, rispetto ad una mentalità mafiosa che pervade la nostra cultura.
Le dichiarazioni del sindaco di Scordia Franco Barchitta nell’ultimo Consiglio Comunale lasciano esterrefatti, non tanto e non solo per le modalità attraverso le quali si è voluto stigmatizzare il personale concetto di legalità e di antimafia – parole spesso abusate e prive di alcun contenuto – ma soprattutto rispetto all’attacco verbale diretto contro il giornalista Paolo Borrometi il quale, in occasione del convegno ha preso una posizione chiara e precisa proprio contro un sistema clientelare – sempre più diffuso – di accordi che non vengono più conclusi con l’intimidazione bensì attraverso un patto mediante il quale ciascuno dei partecipanti trae una propria convenienza.
Come associazione Asaec Antiestorsione Di Catania abbiamo più volte ribadito la nostra idea: è necessario prendere una posizione netta, decisa, semplice, il più delle volte, coraggiosa, ma che serve ad abbattere quel muro del compromesso morale che alimenta il clima di oppressione che caratterizza il sistema di corruzione mafiosa.
Noi stiamo con #paoloborrometi e con tutti coloro che decidono di non voltare lo sguardo e di denunciare.
Incontro su “La corruzione nella pubblica amministrazione: il caso Siracusa”.
Appena conclusosi l’incontro su “La corruzione nella pubblica amministrazione: il caso Siracusa”.
È stata l’occasione per confrontarsi su un tema di scottante attualità: il modello collusivo corruttivo quale strumento attraverso il quale gli accordi affaristici vengono conclusi non più attraverso l’intimidazione ma con un patto in cui ciascuno trae la propria convenienza.
Un sentito ringraziamento è dovuto ai giornalisti de “La Civetta di Minerva” che per primi hanno sollevato il verminaio consociativo siracusano ed alla dottoressa Marisa Acagnino che con lucidità ha tracciato ruoli e responsabilità dei magistrati in questa vicenda.
Ancora una volta, è emerso come il silenzio di molti, abbia consolidato un sistema che si alimentava del compromesso morale e della indifferenza.
Come Associazione Asaec Antiestorsione di Catania continueremo ad assolvere al nostro compito di denuncia.
Grazie a tutti coloro che sono intervenuti.
Invito a “La corruzione nella pubblica amministrazione. Tra colletti bianchi e associazione a delinquere: il caso Siracusa”
L’associazione Antiestorsione di Catania è lieta di invitare la S.V. all’incontro su
“La corruzione nella pubblica amministrazione.
Tra colletti bianchi e associazione a delinquere: il caso Siracusa”
che si svolgerà Venerdì 23 Febbraio 2018 alle ore 17 presso Open Creative Work Space,
via Porta di Ferro, 38 Catania.
Interverranno la dott. ssa Marisa Acagnino (presidente IVª sez. Civile Tribunale di Catania)
ed i giornalisti de “La civetta di Minerva” di Siracusa.
Sarà gradita la Sua presenza.
R.S.V.P.: entro il 21.02.2018
info@asaec.org – 337957171
Associazione Antiestorsione di Catania
Il riscatto delle coscienze
“Il riscatto delle coscienze” questo il titolo del dibattito organizzato dagli amici dell’ Asaes Antiestorsione Scordia per contribuire ad abbattere il muro del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità alla cultura mafiosa ed al sistema mafioso. Abbiamo incentrato il nostro contributo sul ruolo di denuncia che devono ritornare ad avere le associazioni antiracket. Diffondere, coinvolgere gli imprenditori a denunciare, sapendo di non essere soli.
Il sistema Siracusa
Il sistema Siracusa balza alle cronache giudiziarie non solo per smascherare le “cricche” siciliane ma anche per svelare i suoi legami con la grande imprenditoria nazionale. Quale sia il fil rouge che lega la grossa corruzione ai vari personaggi siracusani è ancora da capire fino in fondo ma i metodi corruttivi sono sempre gli stessi. I depistaggi usati per attaccare gli accusatori definiti “fascicoli specchio” sono entrati nell’uso corrente anche nei processi di estorsione sia per allungare a dismisura i tempi processuali sia per confondere l’opinione pubblica. Una cosa è certa: non si possono architettare certe truffe ai danni della collettività se non con la connivenza di Istituzioni compiacenti. Ogni persona corrotta dalla più insignificante a quella che riveste un ruolo apicale, diventa una pedina funzionale alla riuscita del piano criminale. Noi non sappiamo se i personaggi arrestati o indagati siano veramente tutti colpevoli ma le spiccate qualità investigative dei Procuratori De Lucia e Pignatone lasciano ben sperare in una veloce conclusione del processo e sopratutto hanno spianato la strada alle altre Procure che vorranno sventare eventuali nuovi assalti al cuore dello Stato.
La relazione annuale della DIA
Nella relazione annuale della DIA (vedi link 1sem2017 DIA) emerge come l’estorsione sia una condotta che spesso gode della complicità delle vittime con le mancate denunce e i casi di vero e proprio «favoreggiamento». La mafia in questo settore si è evoluta e fa sempre meno ricorso alle richieste di denaro: «Spesso le estorsioni sono camuffate da imposizioni di prezzi, forniture o servizi, dalla forzata assunzione di dipendenti o dai subappalti nei lavori».
Le vittime, inoltre, rischiano di finire nel vortice dell’usura.
Nella relazione della Dia ci sono anche alcuni riferimenti alla mafia agricola. Attiva in modo particolare nei territori dei monti Nebrodi, nei Comuni di Bronte, Maniace, Randazzo e Cesarò. «Ricadono nelle mire di Cosa nostra i patrimoni immobiliari rurali – scrivono i detective – strumenti utili per beneficiare di fondi pubblici ma anche per perpetrare truffe ai danni dello Stato attraverso l’impiego fittizio di braccianti». A febbraio 2017, come anticipato in esclusiva da MeridioNews, è stata portata a termine l’operazione Nebrodi. In manette il presunto reggente di Bronte Salvatore Catania, e quello di Cesarò, Giovanni Pruiti, fratello dell’ergastolano Giuseppe. Nel semestre analizzato emergono anche episodi di intimidazioni ad alcuni amministratori locali, mentre per quanto riguarda la criminalità straniera l’unico riferimento è un’operazione che ha portato in manette alcuni cittadini cinesi specializzati nei money trasfer.
Incontro con il presidente nella Camera di Commercio di Catania.
Oggi una rappresentanza della associazione Asaec Antiestorsione di Catania ha incontrato il presidente nella Camera di Commercio di Catania dottor Pietro Agen. L’incontro è stato finalizzato all’individuazione di azioni concrete per informare e coinvolgere associazioni di categoria sui diversi aspetti dell’azione criminale – mafiosa nell’economia. Diverse le azioni che verranno messe in campo nei prossimi mesi.
Operazione antimafia contro il clan Santangelo di Adrano
L’Associazione Asaec Antiestorsione di Catania esprime un plauso alla Squadra Mobile della Polizia di Stato di Catania per la complessa operazione antimafia coordinata dalla Dda Etnea che ha azzerato i vertici del clan Santangelo di Adrano. “Emerge chiaramente dalle intercettazioni come la richiesta del pizzo non sia soltanto una forma di finanziamento per i clan mafiosi, ma anche una forma di controllo del territorio.
“Se è di tutta evidenza che il racket è diffuso a tappeto su tutto il territorio, come associazione antiracket – dichiara il presidente Nicola Grassi – dobbiamo chiederci il motivo per il quale commercianti imprenditori ed artigiani decidono di sottostare a tale prepotenza mafiosa piuttosto che liberarsi denunciando i propri aguzzini. Forse non conoscono gli efficaci strumenti legislativi e finanziari che lo Stato mette loro disposizione? Forse sono intimoriti dalle lungaggini processuali e dalle ingiustizie talvolta perpetrate nei loro confronti? Forse hanno convenienza a rimanere in una rete economica illegale? Forse l’associazionismo antiracket è stato contaminato da fiumi di denaro perdendo di vista il proprio obiettivo? Come associazione Asaec faremo di tutto per fugare questi dubbi, abbiamo messo in campo ogni azione mirata a tal fine.”
Associazione Antiestorsione di Catania
Un’importante vittoria della Giustizia: qualche giorno fa il Tribunale civile di Caltagirone ha emesso un’importante sentenza in favore di un nostro socio.
In attesa dell’esito del parallelo processo penale, si attendono le ulteriori incombenze giudiziarie affinché venga reintegrato nel possesso del proprio terreno così da ricominciare a coltivarlo dopo tanti anni durante i quali gli è stato sottratto.
Noi saremo a fianco a lui ad ogni passo!
Auguri Giuseppe!
Associazione Antiestorsione di Catania
Resoconto dell’incontro con il prefetto Cuttaia, Commissario straordinario attività antiracket ed antiusura
In occasione dell’incontro, abbiamo consegnato un documento contenente alcune delle nostre proposte di legge che permetterebbero un più efficace contrasto al fenomeno estorsivo. Per citarne solo alcune: crisi del movimento antiracket e possibili soluzioni; indirizzare i soldi del Pon sicurezza per la videosorveglianza delle zone rurali quale deterrente alla delinquenza mafiosa; estensione all’ipotesi di intervento processuale ex articolo 92 c.p.p. dei rimborsi per le spese legali; estensione dell’esonero per le spese legali alla parte offesa costituitasi parte civile nel processo per estorsione ed usura. Programmeremo nei prossimi mesi un incontro con il prefetto nominato.
Associazione Antiestorsione di Catania