Come sono stati spesi i soldi dei finanziamenti?
Trascorsi ormai parecchi anni dalla distribuzione di finanziamenti milionari alle associazioni antimafia, l’ASAEC chiede di verificarne i risultati ponendo alcune domande.
Come sono stati spesi i finanziamenti comunitari elargiti alle associazioni con il PON sicurezza ?
Prima di stanziare e avallare nuovi finanziamenti è corretto verificare i risultati precedenti?
Perché le associazioni antimafia devono essere inondate da finanziamenti pubblici?
Quali spese devono sostenere per promuovere la cultura della legalità?
Le associazioni devono essere costituite da volontari o da mercenari?
ARRESTI ECCELLENTI, ARRESTI A TUTTO TONDO
Alla luce delle due ultime operazioni, la ” Tax Free ” di Lunedi 8 Febbraio e l’odierna ” I Viceré’ “, rileviamo che le Forze dell’ Ordine e la Procura non soltanto non si arrendono dinanzi alle innumerevoli difficoltà ma anzi rilanciano con fermezza concludendo azioni straordinarie contro la mafia.
Avevamo nutrito sentimenti di seria preoccupazione per il trasferimento del Procuratore Salvi invece desideriamo chiedere al C.S.M. di voler confermare lo staff attuale che sta operando nel migliore dei modi, nell’interesse della collettività con grandissima professionalità. Le operazioni di questo calibro richiedono mezzi efficienti e persone molto capaci, per questo motivo ribadiamo la richiesta di voler concentrare ogni risorsa economica nei confronti di coloro che operano per contrastare il malaffare, evitando di inondare di soldi certe associazioni antimafia.
Molti sono i motivi di riflessione quale per esempio il fatto che a 25 anni dalla nascita delle associazioni antiestorsione, registriamo l’ennesima sconfitta dato che i commercianti continuano a pagare l’estorsione alla cosca dei Laudani senza pensare che esiste una via alternativa, la denuncia. Un altro motivo di riflessione e’ a proposito dell’arresto di un alto esponente delle istituzioni che si fa corrompere e vende la sua dignità e la sua anima in cambio di ricompense. Evidentemente se così stanno i fatti basta poco per scendere a patti con se stessi e vendere l’anima al diavolo.
L’altra riflessione è che una volta per corrompere un Ufficiale era necessario coinvolgere un mafioso che per mezzo dell’intimidazione convincesse l’integerrimo rappresentante dello Stato. Oggi la mafia dei colletti bianchi non ha più bisogno di servirsi dell’intimidazione per convincere qualcuno. La corruzione ha ampiamente preso il posto dell’intimidazione.
Una ultima riflessione è che per commettere certi crimini contro la società è necessario il consenso di tanta gente, tante pedine che si trovano al posto giusto, al momento giusto. Questo è il meccanismo antico ma sempre ben funzionante della massoneria.
Imprenditori senza scrupoli che evadono le tasse, professionisti senza scrupoli che organizzano le truffe e rappresentanti delle Istituzioni che si vendono per un piatto di minestra.
Noi non smetteremo mai di ringraziare la Magistratura e le Forze dell’Ordine per il costante ed efficace lavoro svolto ma continueremo sempre a ribadire con decisione a commercianti ed imprenditori che solo denunciando chi li estorce si ritorna a respirare il fresco profumo della libertà e, non di meno, non si alimenterà la crescita ed il rafforzamento delle attività controllate dalla mafia a scapito di quelle sane.
Audizione del dott. Attilio Bolzoni
Registrazione dell’audizione di Attilio Bolzoni alla Commissione Parlamentare Nazionale Antimafia sulla mafia dell’antimafia e sulla vicenda Montante
https://www.radioradicale.it/scheda/465520?i=3513952
Mafia: Fava, Montante lasci incarichi. Anche da Confindustria, Squinzi intervenga.
“La sospensione di Antonello Montante da tutti i suoi incarichi istituzionali, a partire da quelli che ha conservato in Confindustria nazionale, è oggi un atto di decenza dovuto. L’indagine nei suoi confronti per concorso in associazione mafiosa, adesso formalizzata, è partita un anno fa senza che i vertici della sua associazione abbiano mai sentito l’urgenza di una parola preoccupata o dubbiosa. Ci auguriamo che il presidente Squinzi rilevi subito l’inopportunità’ di conservare l’incarico di responsabile per la legalità a un indagato per mafia”.
Lo dice il vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava.
( ANSA - 23 Gennaio 2016 )
Aperture festive: avidità o autodifesa?
Sulla pagina di ”Lo dico alla Sicilia” del 24 Dicembre scorso una persona ha scritto senza firmarsi una lettera stupida. Riteniamo tuttavia che una riflessione ed una risposta debbano essere date perché l’idea dei “mercanti ladroni cacciati dal tempio” è uno stereotipo che ogni tanto riaffiora malgrado le schiaccianti evidenze.
L’avidità dei commercianti che aprono anche per Santo Stefano è un ennesimo schiaffo nei confronti di quella ormai sparuta categoria di commercianti i quali ancora resistito con dignità e tenacia nello strenuo tentativo di salvare la loro attività economica.
L’impresa familiare dal dopoguerra costituisce la spina dorsale del sistema economico italiano perché è fondata sul rapporto di stima e fiducia reciproco tra commerciante ed acquirente.
Il commerciante ha il compito di interpretare ed esaudire le richieste dei suoi clienti che rispetta e serve con attenzione certosina, consapevole che la sua vera ricchezza sia costituita dal suo parco clienti.
Per garantirsi la fiducia della clientela è inoltre attento a mantenere il giusto equilibrio tra qualità e prezzo.
Il commerciante è un moltiplicatore di ricchezza reale poiché spende i suoi guadagni nella città dove vive con la sua famiglia.
E’ stimolato ad innovare e migliorare la sua offerta, acquista beni e servizi da imprese affidabili, si avvale di professionisti seri, da occupazione e paga le tasse nella sua città che consentono a tutti i cittadini di poter usufruire degli ospedali, dei trasporti, dell’istruzione e così via.
Purtroppo la folta schiera di commercianti che aveva donato a Catania l’appellativo Milano del sud è oggi un triste ricordo…
Le più feroci aggressioni vengono dall’innumerevole quantità di Centri Commerciali nati intorno alla città senza criterio né limitazione alcuna. Ipermercati aperti sette giorni su sette che da un lato hanno messo in ginocchio la nostra fiorente economia cittadina e dall’altro portano i guadagli all’estero nelle loro sedi di origine. Altrettanto avviene per il pagamento delle tasse. Da uno studio è emerso un dato sconcertante ogni giovane assunto per qualche mese a poco prezzo corrisponde alla chiusura di 4 negozi in centro.
Al confronto le altre gravissime forme di distruzione dell’economia locale costituite dall’ingerenza della criminalità organizzata, dalla bassissima qualità della vita e dall’incuria dei governanti sembrano i mali minori.
Il piccolo commerciante che alza la sua saracinesca anche nei giorni festivi è costretto a farlo non per avidità di denaro ma per tentare di difendersi. Contemporaneamente, e forse inconsapevolmente, sta tentando di difendere Catania dal collasso economico che la investirà se i cittadini non decideranno di stare al fianco dei commercianti per stimolare le Istituzioni a prendere gli opportuni i provvedimenti.